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La tesi che viene svolta riguarda una netta affermazione: o si è missionari o dimissionari. È dunque importante chiarire il significato del termine "missionario" che non implica tanto l'andare in missione in terre lontane per evangelizzare, ma assumere e vivere in pienezza l'essere cristiani. La missione è prendere coscienza della propria identità e responsabilità, comprendere la forza dell'invio e dedicarsi con totalità e passione al servizio dell'altro, come annunciatori di salvezza. Da qui sorge la responsabilità da parte degli educatori, genitori, sacerdoti e religiosi di assumere la dimensione missionaria nella pastorale giovanile vocazionale. L'educare alla missione comporta allargare gli spazi, rompere certi confini per aprirsi a nuovi orizzonti di evangelizzazione. L'obiettivo finale di ogni educazione alla missione è la crescita nella fede e la fede è un dono da comunicare. Il giovane che viene guidato deve comprendere che l'unica fede che ha è quella che comunica, è la freschezza che si sente dentro nel momento in cui annuncia Gesù, salvatore del mondo? ed è questo il segno che l'accompagnamento vocazionale è missionario.